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lunedì 4 marzo 2013

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Strano titolo, vero? Eppure è così che funziona: devi attirare la curiosità affinché un blog sia letto, un gelato sia mangiato, uno sport sia visto. Ed è proprio a causa della curiosità che anima il sottoscritto e le persone che mi circondano che vengo a scoprire cose come quella che vi propongo oggi.
 Il microcosmo della pallanuoto è veramente variopinto, il più delle volte deludente o scontato.
Ma qualche volta ...

Capita che qualche volta, proprio quando cominci a pensare di conoscerlo veramente in ogni sua piega, salta fuori qualcosa che ti stuzzica.

Qualcosa che non puoi permettere che passi inosservato.

Un semplice articolo, di una piccola squadra, probabilmente con un seguito di tifosi limitato.

Eppure ... eppure la passione è degna di una finale olimpica, la competenza di alto livello, l'originalità in quanto a scrittura pure.

Capita così che ti imbatti nella cronaca di Polia vs La Fenice, e non ti trovi davanti al sintetico elenco degli  eventi, ma ad un piacevolissimo e accattivante racconto che pulsa amore, per la pallanuoto e per lo sport in genere.
Un racconto che nasce con il parallelo tra l'arancia che Maradona "palleggiò" prima di una finale importante, allo scopo di allentare la tensione del gruppo di cui era leader indiscusso, e lo stesso agrume tenuto riposto in borsa, semplicemente perchè "di Diego ne hanno fatto un solo".

Il seguito non tradisce le attese, ti catapulta all'interno della gara stessa. Non vi rovino la lettura, potete trovarlo qui.

Quello che conta veramente è che l'autore dell'articolo, Andrea Cruciani, che mi perdonerà di averlo citato, ha reso un grande servizio alla pallanuoto. 10, 100, 1000 blog o siti che parlino di pallanuoto sono il nostro futuro.

Con persone come Andrea, che non conosco, il risultato mi pare più vicino, perché qui non stiamo parlando dell' Ufficio Stampa di Recco o Posillipo, ma di una squadra di serie C e di un autore che ha certamente parlato ad un pubblico più ampio dei 25 lettori (cito Manzoni, non è per sminuire il seguito della Fenice) a cui forse pensava di rivolgersi.

Questo è l'esempio di cui abbiamo bisogno: far parlare la passione e la propria competenza, perché entrambe vivono (e bene!) anche e soprattutto nei piccoli centri, nelle piccole realtà.

Sono proprio  loro che possono fare risorgere il nostro sport. 
Come la Fenice.




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