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martedì 24 luglio 2012

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Quanto vale la vittoria olimpica?

Quanto sono importanti lunghi anni di sacrifici che sport minoi come il nostro richiedono per avere una punta fama e visibilità ogni 4 anni?

E quanto vale la vittoria olimpica per Settebello e Setterosa nell'era post-Volpi?

Immaginate di essere un calciatore di una nazionale importante: Ingaggi faraonici, premi partita, spot pubblicitari, proventi da gossip veri o creati ad arte, solo per citare i possibili incassi annui, cui vanno aggiunte le vittorie in campionato,in coppa, in nazionale, che generano fama e ancora soldi, soldi, soldi.

Ad uno così il premio CONI per la vittoria olimpica, che in Italia ammonta a 140,000€, potrebbe servire per fare benzina alle Ferrari.

Ad uno schermidore, ad un qualunque Abbagnale, ad un pallanuotista o pallavolista, bè, 140.000€ farebbero comodo.  Anche sul fatto di arrivare secondi o terzi non ci sputerei proprio sopra: rispettivamente 75.000€ e 50.000€.



Ovvio, non è solo una questione di denaro, ma anche di visibilità. Gli sport minori (anche noi finalmente cominciamo a capirlo) sanno da tempo che per sopravvivere agli stenti di 3 inverni consecutivi occorre la fama di 1 brevissima primavera vittoriosa, quella olimpica. 

Ma veniamo a noi e ai nostri problemi. Allo stato attuale la situazione è tragica, e non solo in casa nostra. La tempesta di Recco si abbatterà certamente su tutto il territorio italiano, lato giocatori/giocatrici, che avranno meno voce in capitolo quando si tratterà di parlare di compensi economici per la stagione da iniziare.

Per questo motivo la vittoria olimpica, che per un nostro atleta maschio di livello nazionale stimo essere pari al compenso di 2 stagioni, significa molto, molto di più dell'affermazione di uno schermidore o di un altro atleta olimpico-dipendente.

Questo lo sanno certamente anche Setterosa e Settebello, dirigenti e allenatori in testa, che in questo momento staranno di sicuro trasmettendo ai giocatori la consapevolezza che vincere a Londra 2012 significa poter contare su un ponte sicuro per attraversare il fiume in piena fino al 2014, quando si spera che le acque si siano calmate.

Chissà, forse sarà proprio questa consapevolezza ad essere il nostro uomo in +, la motivazione determinante a superare ogni rivale.


Grazie a Stefano per i suggerimenti, utili a redigere questo post.

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