Il Palindromo è una sequenza di
caratteri che, letta al contrario, rimane identica.
Proprio come la parola
Yamamay.
Proprio come il connubio sport-marketing che la società di Volley
femminile di Busto Arsizio ha saputo creare. Sport-comunicazione o
comunicazione-sport, il significato per le ragazze neo campionesse d’Italia è
uno solo: “SUCCESSO”.
Conditio sine qua non, condizione senza la quale non si può verificare l’evento
“successo” è la presenza in contemporanea di due ingredienti solo in apparenza
distinti ma in realtà indivisibili: si, perché non c’è peggior sconfitta di una
vittoria nella completa indifferenza.
Ho avuto una lunga chiacchierata con
Enzo Barbaro, una laurea in Giurisprudenza, 2 titoli Italiani di Volley con
la Sisley Treviso e da 6 anni Marketing
& Team Manager Yamamay Busto Arsizio, e subito mi è parso chiaro cosa si intende per
comunicazione: Enzo mi ha parlato amichevolmente per circa un’ora aprendo il dialogo ad
ogni domanda, anche a quelle di cui non leggerete le risposte, proprio perché
nella comunicazione bisogna sì credere, ma bisogna anche saperla mettere in
pratica.
Ne è nata una conversazione ricca di
spunti su come si può comunicare vincendo e vincere comunicando.
Ecco in sintesi il suco del discorso.
Enzo, cosa significa l’abbinamento del Busto Volley con un
marchio come Yamamay?
“Te lo spiego in pochi, semplici punti.
1. Abbiamo dato priorità alla
ricerca e allo sviluppo della nostra casa, individuandola nel Pala Piantanida,
che negli anni, grazie ad un accurato restyling da vera cattedrale nel
deserto è diventato il nostro cuore pulsante, caratterizzato dal colore rosso dello
sponsor, da un bar accogliente, da una zona “hospitality”, dove gli sponsor possono trovarsi e mangiare
qualcosa prima o dopo la gara, e hanno modo e tempo di creare sinergie: far
incontrare gli sponsor, creare loro la possibilità di business attraverso la
squadra è una mossa di fidelizzazione molto importante; un palco,
ove creare attività come concerti della durata di 45’ e che si esauriscono poco prima della gara (scambio alla pari,
tu canti e ti porti 100 persone gratis); un’area kinder dove
lasciare i bimbi con personale formato; un’area commerciale per
l’esposizione e la vendita dei prodotti degli sponsor. Una casa così
predisposta ti permette di andare oltre la semplice visione della gara: per
farti un esempio l’area hospitality al termine della gara viene occupata dalle
nostre ragazze e dal team avversario, per una riproposizione in chiave pallavolistica
del 3° tempo del Rugby. Un terzo tempo che crea immagine agli occhi dei tifosi,
che a volte partecipano, e a quelli degli sponsor.
2. Abbiamo attivato un programma
di crescita graduale dal punto di vista societario grazie
principalmente al costante lavoro e alla lungimiranza del direttore generale
Massimo Aldera (uno dei principali attori di questa avventura ai quali vanno i
principali meriti per questo successo), capace insieme alla società di investire sulle
figure che si occupano di marketing, comunicazione, visibilità,
ovvero il sottoscritto e l’addetto stampa Giorgio Ferrario, entrambi
professionisti a tutti gli effetti, ben coadiuvati da un nucleo di
volontari (tra cui lo stesso direttore
generale, il presidente e la responsabile amministrativa).
3. Ci siamo poi occupati della crescita
tecnica, e di certo in questi 6 anni abbiamo preso non poche decisioni
circa il parco giocatori, a volte tornando sui nostri passi, ma sempre
rispettando una certa gradualità del risultato in classifica e in ogni caso
ricercando la massima unità di vedute tra i responsabili preposti a questo
lavoro; non è un caso che non sia mai mancata la fiducia al tecnico che
in questi 6 anni ci ha portato dalla A2 allo scudetto, certamente
crescendo e allo stesso tempo facendo crescere la società. Insomma: passi
ponderati, a differenza della precedente promozione, finita poi male”.
Da tecnico ti confesso che il sapere
di una società che ti concede la possibilità di crescere con te raggiungendo
poi la vetta mi emoziona un po’ … Torniamo a noi, questo è il piano che avete
deciso di seguire in questi 6 anni. Come è stato il vivere quotidiano accanto
ad uno sponsor che fa dell’immagine la propria ragione di vita?
“ Avere uno sponsor che investe
molto sulla comunicazione aiuta certamente a lavorare alla ricerca di una
visibilità estetica, oltre che legata ai risultati: parliamo di una sorta di
eccellenza nel campo in cui Yamamay crede e da cui noi, in quanto loro
espressione sportiva non possiamo assolutamente sottrarci. Per questo sono nati
degli abbinamenti veramente mai visti in nessun campo di gioco: alla normalità
delle maglie dei team avversari noi contrapponiamo una divisa innovativa fatta
di Swarovski e argento inseriti nei tessuti, che accompagnati dai risultati
che poi sono arrivati sul campo ci hanno permesso di abbinare eccellenza con
eccellenza”.
Insomma, la mentalità Yamamay ha
fatto da elemento catalizzatore. Immagino che abbia trovato terreno fertile, se
da 6 anni mantiene il ruolo di Main Sponsor. Vuoi parlarmi di questo terreno?
“Di certo la mentalità Yamamay è
stata un importante traino, ma certamente dal lato società c’è stata una
risposta in direzione parallela, e questo ha consolidato il connubio. Del resto
se lo sponsor ti sposa è anche per similitudine.
Il nostro terreno fertile è fatto
di ricerca sul territorio per estendere la nostra presenza attraverso
operazioni quali interventi di giocatrici nelle scuole per spiegare in primis cos’è la
pallavolo e in particolare cos’è la pallavolo Busto, per regalare
biglietti omaggio e invitare i bambini ad entrare in contatto con la società.
Il nostro terreno è fatto di contatto con le persone, in centro o nei
centri commerciali dove puoi trovare la mascotte e il personale addetto alla promozione
delle gare che invitano i passanti a vedere la partita e spiegano cosa
troveranno nella nostra casa.
Il nostro terreno è fatto di promozione per gli oratori e
le società sportive di concorsi a premi, di contatti con i presidi delle
scuole, con gli enti locali per altre iniziative.
Il nostro terreno è fatto
di strategie di pricing come quelle che ti aspetti da
un’azienda: il biglietto a pagamento aiuta a valorizzare lo spettacolo e il
biglietto che distribuisci in omaggio durante le tue campagne di
sensibilizzazione della città, che ha risposto con numeri di cui siamo
fieri: abbiamo una media di 4.000 spettatori a partita, e in gara 5 della serie
scudetto molte persone sono rimaste fuori dal palazzetto".
Che suggerimento vorresti dare a chi come voi si trova nella
condizione di avere un ottimo staff e un importante sponsor che sanno navigare
nella stessa direzione?
“Di
investire sull’impianto e sulle relazioni con le istituzioni locali se
l'impianto non è di proprietà. Certo riuscire
ad avere un impianto di proprietà e non in gestione ti permetterebbe di fare
ancora meglio, perché gli enti non sempre rispondono all’appello rispettando
l’orologio delle necessità. Non parlo di grandi cose, mi riferisco, ad esempio,
al semplice montaggio di una tribunetta aggiuntiva: potresti ricevere il
benestare quando l’evento per cui ti sei mosso si è già consumato”.
Yamamay Busto Arsizio campione d'Italia, l'ultimo punto della finale scudetto
Per saperne di più sulla squadra neo campione d'Italia di Volley femminile clicca QUI .
di Edoardo Osti
L’articolo sul volley è musica per le mie orecchia. In esse trovo un riscontro pratico a molte delle idee che ho tentato di proporre in questi ultimi anni, e che spesso abbiamo condiviso nelle nostre lunghe chiacchierate.
RispondiEliminaIn primis la sequenza con cui impostare l’evoluzione societaria, la “casa” è sempre stato un problema e per la pallanuoto non è un problema facile da risolvere, e si conferma che la programmazione organizzativa, con figure dirigenziali professioniste e volontarie, precede quella tecnica con una programmazione, a crescere, di lungo termine.
Ho più volte proposto di organizzare incontri presso le scuole ove propagandare lo sport, la società, le partite, così da portare bambini in piscina che fossero piccoli finanziatori e futuri atleti, biglietti omaggio ai ragazzini, se accompagnati da un genitore pagante, tornei di pallanuoto organizzati con le scuole, oppure nei centri estivi utilizzando gli atleti della società, così da ampliare il reclutamento.
Da genitore cercavo di trovare uno sport educativo per i miei figli, un’attività che li aiutasse a formarsi, fisicamente e come persone, ho avuto la fortuna di abitare vicino la piscina di Massimo Tafuro. Dobbiamo “rubare” bambini agli altri sport e, soprattutto, alla playstation.