Ricevo e volentieri pubblico un intervento di Gianni SImonelli, in risposta al mio articolo sul Rugby.
Colgo l'occasione per invitarvi ad inviarmi vostre considerazioni, via mail o semplicemente commentando gli articoli postati. Unica raccomandazione: non scrivete nell'anonimato, mi piace pensare che questo Blog non sia mio ma di tutti.
Non è tutto l'oro quel che luccica ... di Gianni Simonelli.
Come
sempre è un piacere leggere i tuoi articoli e confrontarsi, spero che questo
Blog indichi un tuo ritorno più frequente negli spazi pallanuotistici
d’informazione. Come sempre nei tuoi interventi i dettagli abbondano e sono ben
calibrati, certamente un certosino lavoro di ricerca e selezione delle informazioni
ed uno spunto per varie riflessioni.
La
prima cosa che ho notato è che seppur tu abbia mostrato il “lato oscuro” del
successo del rugby, nel paragone la pallanuoto rimane comunque perdente.
Frequento molto i siti, pochissimi per la verità, che parlano “intorno alla
pallanuoto” e raramente ho visto un dettaglio simile a quello con cui il rugby
descrive i suoi limiti. Per non parlare dei limiti stessi, che rimangono sempre
663 spettatori “paganti”; sia il numero che l’aggettivo,
soprattutto, sono favorevoli al rugby.
Sai
bene quanto condividiamo l’idea che lo spettacolo delle partite vada pagato.
Qualche tempo fa parlando dell’argomento con Gimmy Guidaldi lui mi ha
raccontato un episodio, particolarmente esemplificativo, che gli è capitato nel
ristorante di Napoli dove abitualmente mangia. Il cameriere prendendo
confidenza con lui gli chiede con entusiasmo se gli regala 2 biglietti per le
partite di A1 che non hamai visto; alla risposta: “vieni, tanto non si paga” la
delusione dipinta sul suo volto è evidente. Come mi scrive Gimmy: “La
conclusione è che poi alla fine il cameriere non venne alla partita. Se
invece gli avessi dato i due biglietti omaggio probabilmente sarebbe stato più
invogliato a venire … con un amico”
Tornando
invece alla tua disquisizione, non concordo appieno con alcune delle tue
conclusioni. Se è da condividere l’idea che serva un piano di ampio respiro a
supporto delle iniziative della FIR c’è da riconoscere che sono sicuramente
interessanti. È pur vero infatti che è stato creato un evento mediatico che ha
coinvolto un numero enorme di persone, ha fatto conoscere questo sport molto
più di prima e trasmesso un messaggio positivo a supporto di un una sorta di
marchio (gli inglesi direbbero un brand) che possa essere poi sfruttato adeguatamente.
Nel
mondo attuale fatto più di apparire che di essere spesso si vive più di fumo
che di arrosto, ma a forza di ripetere che siamo forti, poi gli altri ci
credono. Che lo si sia realmente è tutt’altro discorso, lo si può diventare
anche in un secondo momento sull’onda del consenso che si è ottenuto. Hanno
creato un interesse maggiore e duraturo queste iniziative che non le
importantissime vittorie delle Nazionali di pallanuoto.
Non può
fare tutto la federazione e certamente ci sono almeno altri 2 aspetti
importanti da sviluppare in parallelo: 1. Il reclutamento dei tesserati e del
pubblico, 2. La formazione di dirigenti e tecnici, in particolare. Tutte strade
lunghe ed impervie, il successo di iniziative in merito non si potranno
calcolare in anni, ma in lustri o decenni, ed ognuno dei due influenzerà
l’altro e tutto il movimento.
Leggendo
l’articolo di Fabrizio Napoli si evinceva che la FIR avesse ottenuto un
allargamento dei tesserati, anche a seguito di iniziative territoriali in tal
senso, non possono essere fallimenti temporanei il motivo per non continuare.
Ogni impresa, e quella di riportare in auge la pallanuoto è piuttosto ardua, ha
i suoi fallimenti, non esiste la bacchetta magica, non esiste la soluzione
univoca e, soprattutto, facile, ma occorre almeno cominciare da qualche parte.
Anche questo blog può rappresentare un esperimento, sviluppiamo una serie di
idee e facciamo proposte.
Ringrazio per il prezioso intervento Gianni Simonelli, autore, insieme a Manrico Tombolelli, di 1X2Pallanuoto, un ottimo sito dove troverete i risultati di tutti i campionati e la possibilità di gestire calendari personalizzati.
Per visitare il sito basta cliccare QUI.
di Edoardo Osti
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