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domenica 27 maggio 2012

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"... nella pallavolo, come nel basket e nell'emergente rugby il movimento si è organizzato per creare figure professionali!..."
"Il punto nevralgico per cercare di cambiare passo è la creazione di una figura dirigenziale professionale!   "
"... Mi complimento infine con Cesare Grassi della società Fanfulla. Il vostro lavoro, il vostro impegno, la vostra inventiva dovrebbero essere presi come esempio da società molto più blasonate (e ricche) ..."
Gianluca Polverini


Ho letto con molto interesse e ammirazione l'intervento di Cesare Grassi, e vorrei introdurmi nell'interessante dibattito relativo al marketing della pallanuoto con un articolo già inviato a waterpolodevelopment.


Tutto parte, come spesso accade, da una situazione che ho vissuto in prima persona un mese fa e che si inserisce nelle interessanti comparazioni che spesso Edoardo effettua tra  i vari sport.

Semifinale scudetto Lube- Cuneo di Pallavolo. Presenti ad Osimo 4.100 spettatori, una bolgia impressionante. Biglietti terminati lunedì' in 2 ore e mezzo. (Se avessero giocato ad Ancona - la mia città gli  ottomila posti sarebbero spariti in un pomeriggio, ma oggi c'era Crozza e il palasport era occupato). 

Ebbene, Speaker (che oltre a fare la telecronaca incendiava ancora di più il pubblico, se possibile) dirigenti in giacca e cravatta che si occupavano del servizio sicurezza, che si relazionavano con gli arbitri, che seguivano la squadra, medico sociale, 2 tabelloni luminosi, pubblicità su tabelloni luminosi tutti attorno al campo, giocatori che prima dell'incontro hanno fatto un saluto al pubblico e alla loro società saltandosi e dandosi il 5, tifosi di Cuneo che alla fine hanno applaudito i loro giocatori (sconfitti) e i vincitori di Macerata. Lo speaker che ha chiesto al pubblico di salutre con un applauso i tifosi di Cuneo e i loro giocatori......

Vi basta porca miseria? 

In sintesi:
1) organizzazione logistica curata in ogni minimo dettaglio;
2) scenografia e spettacolo organizzati in ogni minimo aspetto;
3) aria di festa, di sentirsi parte di un evento importante (posso garantire che quello che ho visto ieri lo vedo fare anche nei palasoport di serie A2 maschile e femminile);
4) Sapete cosa ha detto mia figlia che gioca a pallavolo? "Che figata, pure io voglio arrivare in serie A!"

La domanda è: cosa di quello che ho elencato nei punti 1) 2) 3) 4) è possibile vedere in una piscina?

In poche parole nella pallavolo, come nel basket e nell'emergente rugby il movimento si è organizzato per creare figure professionali!
Ma lo hanno fatto quando le risorse economiche e sociali glielo permettevano, non quando erano con la m...a fino al collo!

L'ho scritto in un articolo precedente e lo ripeto con forza. Il punto nevralgico per cercare di cambiare passo è la creazione di una figura dirigenziale professionale!  

Chiedo alla Federazione e alla Lega di prendere coscienza che oltre al tentativo di creare tecnici competenti e formati, è altrettanto importante investire sulla figura che ha il compito di determinare le strategie societarie di oggi e di domani. E se una società sarà in grado di pianificare, di fare scelte corrette, magari di modificarle e modularle in base alle contingenze,  avrà anche maggiori probabilità di svilupparsi (e non di sopravvivere) e di fornire quelle risposte ai futuri praticanti di questo sport anche e soprattutto per il loro futuro di giocatore, di uomo e di atleta.

La professionalizzazione è una mentalità, è un modo di pensare, è un'organizzazione mentale che deve far parte di chi si occupa del nostro sport, a tutti i livelli. E allora iniziare a comprendere che lo spettacolo va pagato, e non regalato, sarà un discorso ormai consolidato.

Comprendere che il nostro sport si svolge in acqua, dolce o salata che sia, significa che oltre ai compionato esistono momenti dove il nostro sport può essere propagandato e pubblicizzato (magari in estate, con un tour estivo al mare dove potrebbero essere impegnati  giocatorie e giocatrici di serie A1 e A2 che non fanno parte della  nazionale).
La FIN potrebbe organizzare un ufficio marketing di supporto alle società, creare nel SIT figure in grado di organizzare corsi nei Comitati Regionali obbligatori per Dirigenti.
Il passo sucessivo sarebbe quello di investire su queste persone, cercare di radicarsi sul territorio, trovare punti di contatto con le istituzioni, allacciare contatti con le realtà produttive ecc. Ma tutto questo significa figure che devono lavorare a tempo pieno.

Tralascio il discorso sui tecnici altrimenti diverrei troppo prolisso.

Fino tre o quattro anni fa sarebbe stato tutto più semplice. Oggi è tutto tremendamente difficile, ma è una sfida. E allora o la si coglie, o il nostro sport sarà sempre più uno sport di "micchia" e i giovani, piuttosto che avvicinarsi alla pallanuoto, saranno sempre più attratti da altri sport.
Qualcuno potrebbe obiettare che in questo periodo investire risorse economiche sia un pò come gettarle dalla finestra. Personalmente penso che per raccogliere qualcosa occorra seminare, investire.

Mi complimento infine con Cesare Grassi della società Fanfulla. Il vostro lavoro, il vostro impegno, la vostra inventiva dovrebbero essere presi come esempio da società molto più blasonate (e ricche). Mi piacerebbe conoscere quale percentuale del budget societario è stato investito per questa attività.

Cordiali saluti

Gianluca Polverini
Responsabile Tecnico
A.s.d. Riviera del Conero
mail: asd@rivieraconeroancona.it
Sito Internet: www.rivieraconeroancona.it


a cura di Edoardo Osti 

1 commenti:

  1. La ringrazio tantissimo per i complimenti, fanno sempre piacere.
    :D

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