Il primo articolo è di una firma autorevole, cioè di Dani Pajuelo, giornalista sportivo catalano, che descrive in maniera esaustiva il problema.
Il secondo articolo lo trovi sul blog di "Arbitros de Waterpolo", che propone in toto l'articolo di Dani e lo integra citando il mio.
Prima di tutto faccio gli onori di casa dando i link dei due post.
Trovi qui l'articolo di Dani Pajuelo, mentre il post di Arbitros de Waterpolo è qui.
Puoi leggerli facilmente utilizzando il traduttore di google.
Dani nel suo intervento sottolinea prima di tutto la gravità dell'occasione perduta per diffondere la pallanuoto nei media attraverso una vittoria (il Sabadell è oggi Campione d' Europa ... lo sapevi? ) si pone alcune domanda che mi pongo spesso anche io su spreading waterpolo:
Cosa abbiamo fatto per vendere l'evento ai media?
"Abbiamo venduto questa competizione di successo ai media? Nei giorni precedenti (non 24ore) sono stati bombardati con comunicati stampa, grafica e interviste con giornali, radio, televisione e siti web di sport per facilitare la pianificazione? Chi sarebbe il responsabile?"
Da addetto ai lavori di comunicazione, Dani sposta poi il mirino su un altro importante interrogativo, che di rimando è il mondo della pallanuoto a doversi porre:
Il nostro sport è abbastanza attraente?
"Quando ci lamentiamo che non ci sono trasmissioni televisive sulla pallanuoto, ci chiediamo se i nostri eventi sono abbastanza attraenti? Il nostro sport è interessante per il pubblico? Se abbiamo 50, 100, 200 persone che guardano le partite della Divisione d'Honor come possiamo pensare che una emittente sarà interessata a trasmetterle in tv ?"
"... Sapevate che i dati di ascolto delle ultime due stagioni sono negativi? I club sono pronti ad accettare l'idea di collocare le gare in un orario e in giorni che ci garantirebbero maggiori ascolti?"
Un altro punto interessante del discorso di Dani è relativo alla lungimiranza, alle qualità strategiche del nostro mondo. Infatti si chiede:
Abbiamo sfruttato l'inerzia dei Mondiali di Barcellona 2013 per promuovere il nostro sport nei media?
Ecco la conclusione, che, come sai, condivido:
"Abbiamo bisogno di organizzare una strategia di comunicazione a lungo termine e dobbiamo smettere di sperare nel favore (dati gli ascolti fatti) di una diretta tv di tanto in tanto. Limitarsi a credere che sia unicamente colpa delle emittenti è un atteggiamento che non ci permetterà di risolvere il problema".
- creare una strategia comunicativa di lungo termine
- prevedere all'interno di questa strategia uno step volto ad "ingaggiare" vecchi e nuovi utenti attraverso la messa in streaming di tutte le partite di A1 e delle Coppe Europee. Come dicevo qualche giorno fa, è una attività che già diverse società in Europa hanno attivato, e secondo me il futuro è ... istituzionalizzarle, cioè renderle obbligatorie in primis dalla LEN e poi dalle Federazioni nazionali.
Solo così si potranno coinvolgere le società a rendere migliore il loro prodotto: ancora una volta per smuoverle bisogna obbligarle.
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