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giovedì 21 marzo 2013

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Credo che la pallanuoto sia uno sport bistrattato, è vero. Sono altrettanto certo che abbia dei meriti. Di sicuro è molto fortunata, soprattutto quando scrive Alessandro Arbocò, di cui vi segnalo l'ultimo articolo, commovente e carico di un mix di amore e nostalgia per quei ragazzi che sono andati via da Recco, ma che se li rivedi a Firenze, in occasione di una finale europea, non mancano di  ricambiare: "sorrisi, strette di mano e abbracci, qualcuno promette di tornare a Recco appena possibile. Non c’era la Pro Recco in vasca stasera, ma per quei quattro non fa alcuna differenza. Si torna a casa soddisfatti, con la piacevole sensazione di aver lasciato un segno nel cuore di chi talvolta veniva accusato di non averne. Grazie ragazzi, a presto".
Grazie Alessandro, mi fai credere che ce la possiamo fare.

I NOSTRI RAGAZZI


Da qualche tempo nel mondo del tifo, soprattutto calcistico, va molto di moda sostenere che si tifa solo per la maglia. Anzi, “si tifa la maglia”, rendendo miracolosamente transitivo il verbo “tifare”. Qui la pensiamo un po’ diversamente, visto che qualcuno quelle maglie (calottine nel nostro caso) le dovrà pur indossare per dar loro vita. E ai nostri giocatori ci affezioniamo. Magari non a tutti nello stesso modo, ma di molti conserviamo ricordi particolari. La scorsa estate ha visto una delle più imponenti (e tristi) diaspore mai registrate nel mondo della pallanuoto, lo scioglimento de facto di quella Pro Recco “europea” che aveva appena portato a termine la stagione più impressionante della storia biancoceleste, non solo per i trofei vinti ma per il modo. L’intera legione straniera, ad eccezione di Madaras, lasciava Recco, uno solo restava in Italia (Molina), due sceglievano il ritiro (Benedek e Kásás), gli altri a cercare altrove un ingaggio all’altezza della propria classe e della propria fama.

Un terzetto non da poco (Filipović, Burić, Zloković) accettava le proposte del nome nuovo della pallanuoto serba, il Radnički Kragujevac nel quale ritrovavano un altro ex di spicco come Vanja Udovičić (e ad essere pignoli ci sarebbe pure Andy Stevens, il portierino statunitense che per metà stagione lo scorso anno si allenò con la Pro Recco). Ora, succede che una squadra con simili giocatori riesca a raggiungere il suo obiettivo minimo dichiarato, la finale di Euro Cup, e che ad affrontarla ci sia una squadra italiana, la Florentia ...

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