Ripropongo un articolo che feci pubblicare sul defunto waterpolonline il 7 febbraio 2005, e che ho ritrovato scartabellando tra le mie cose
E' un articolo di circa 8 anni fa ma che, se togliessi solo un paio di riferimenti temporali, sarebbe, ahinoi, attualissimo.
Vi prego di leggerlo e di dirmi poi, tra i commenti, se siete d'accordo.
Settimana di pausa per il campionato.
Speriamo che sia una pausa redditizia,
speriamo che serva a raffreddare gli animi, ultimamente troppo caldi e
inutilmente proiettati , a mio avviso, verso nemici immaginari.
Con dispiacere noto la difficoltà di dialogo tra membri dello stesso
equipaggio, come si direbbe in Marina.
Arbitri,
Giocatori, Tecnici, Dirigenti sono tutti sulla stessa barca, eppure spesso
assistiamo(o partecipiamo) ad una "lotta
tra poveri", ad uno scontro tra settori che stanno perdendo la consapevolezza
di essere alleati, non nemici.
Abbiamo spesso parlato di "Prodotto
Pallanuoto", ci siamo immersi in discussioni illusorie su dove dovremo
proiettare nel futuro il nostro sport. Parlavamo e parliamo tuttora di una struttura, non di una categoria di
questa struttura. Parliamo cioè di un insieme formato dalle 4 categorie sopra
citate, ognuna delle quali, purtroppo, utilizza abitualmente le altre come
alibi per i propri errori, per i propri insuccessi, per i propri fallimenti.
Senza nessun rispetto reciproco.
De Magistris dice una cosa che condivido: gli
arbitri devono utilizzare un metro di arbitraggio che viene loro imposto.
Niente di più. Ma capita che faccia comodo a molti considerare la conduzione di
gara di quell’ arbitro piuttosto che di un altro come la causa della nostra
sconfitta, e si individua in esso il "cornuto" da assediare per
qualche ora all'interno del proprio spogliatoio, una volta finita la partita.
Oppure si perde la calma e succede che
giocatori e arbitri si scontrino non solo verbalmente.
Succede anche che il rappresentante degli
arbitri si senta giustamente offeso dalle ultime polemiche, e che rimandi al
mittente le accuse:”Gli allenatori non sono andati all' incontro degli arbitri”.
(Nota di Spreading: Al recente incontro si è presentato un solo tecnico, Renzo Zonari. Fin qui articolo attualissimo)
(Nota di Spreading: Al recente incontro si è presentato un solo tecnico, Renzo Zonari. Fin qui articolo attualissimo)
Altra
colpa che una categoria attribuisce all'altra. Una sorta di "chi è causa
del suo mal...".
Amici, qui non siamo di fronte al male di una
sola categoria.
Siamo al cospetto di una malattia che
riguarda tutti e tutti ne sono vittime, ed in equa parte, colpevoli.
Non suonino "buoniste", le mie
parole; appaiano piuttosto come preoccupate e preoccupanti.
Rimpiango la Rubrica del Barone Merola,
che sapeva trattare con grande capacità tutte le "malefatte" degli
arbitri italiani.
Sapeva riportare la pressione al giusto
livello, sapeva spiegare con grande chiarezza perchè questa o quella decisione
era stata presa. Ma sapeva anche dare importanti suggerimenti alle singole
categorie, analizzando una volta il metro di arbitraggio, un'altra volta le
lamentele dei tecnici, quando queste , provenienti da più parti, risultavano
simili e in quanto tali degne di essere studiate, un' altra ancora i
suggerimenti dei dirigenti e via così.
Insomma, se ne usciva con una pace forse
precaria e illusoria, ma con la convinzione che si stesse lavorando assieme.
Senza il Barone questo Collante
non c'è più, e ci manca. Credo sia sotto gli occhi di tutti.
Non credo basti il ritorno del Barone su
queste pagine per assaggiare i taralli e bere il vino.
Credo
che occorra un appuntamento fisso dove discutere e ricomporre le fila.
Infatti da tempo non si organizzano Convegni
degni di tale nome. Potrebbe non bastare l'incontro dei tecnici al quale
presenzia un arbitro, o , viceversa, l'incontro degli arbitri che viene
disertato da allenatori e dirigenti.
Quale migliore occasione per raccogliere
tutte le categorie di un Convegno annuale, dove si analizza il Campionato
precedente e magari la manifestazione internazionale di turno? A mio avviso
questo sabato privo di Pallanuoto di A1 poteva essere riempito da un incontro
Arbitri-Allenatori-Dirigenti per valutare , a metà percorso, cosa stia
succedendo. Non solo in chiave arbitrale, ma anche dal punto di vista del
gioco, dei numeri di pubblico, degli aspetti televisivi, delle difficoltà che
le società incontrano in vari ambiti, come nella difficile arte di reperire
grano.
Certo è che se non ci si incontra si vive
sempre di più come tra vicini reciprocamente sospettosi di spostarsi il paletto
del confine dell'orto. Finchè non prendiamo l'abitudine di chiarirci , di
dialogare abitualmente, le cose non potranno migliorare.
(Nota di Spreading: grazie a FIN e a Sandro Campagna la pallanuoto ha il suo Convegno annuale, l'unico miglioramento raggiunto, tra quelli che nel 2005 auspicavo)
Cambiamo argomento, anche questo trattato dai
lettori di Waterpolonline durante questa settimana.
Dario
Francesco Barone,
regista Rai con un passato da Arbitro ci dice la sua sul
sito relativamente a questa figura troppe volte denigrata. Mi
piacerebbe che chi di dovere cominciasse ad interpellarlo nella veste di Regista Televisivo, perché potrebbe
risultare un alleato importante nelle lotte vere, quelle della televisione, per
esempio.
Dario mi ha recentemente spiegato diverse cose
su come vengono fatte le riprese televisive, e siccome diverse persone tornano
a chiedere i 35" in sovrimpressione,
un mio vecchio cavallo di battaglia, vorrei ricordare che il nostro amico è
riuscito , in occasione della finale 2004, a renderli visibili sullo schermo
(non l'avesse mai fatto!!! ricordate il gol che ha dato lo scudetto al
Posillipo? con quei 35" in evidenza quante polemiche!! Però, a pensarci
bene, quanto è importante il concetto del "parlarne, anche male, purchè se
ne parli"! e quanto è stato d'aiuto affinchè altri sport potessero
decollare!).
Bene, cosa serve per avere sempre i 35"
? una telecamera in più. Dalle 4
teoriche che la Rai ha in preventivo per le gare di Pallanuoto, si arriverebbe
a 5. Non si deve necessariamente passare attraverso la Rai, per ottenerla: è
possibile recuperarla attraverso i buoni rapporti con le emittenti locali che
possono appoggiare la rete nazionale nell’ impresa.
Perchè nessuno si muove per averla? Perché
nessuno ci pensa? Sarebbe tutto più comprensibile agli occhi dei nuovi
telespettatori, ma anche di quelli datati come me.
Oppure , potremmo perfino fare a meno della
5a telecamera, se , quando mancano 10" una delle telecamere si occupasse
di inquadrarli (invece di inquadrare un giocatore che si sistema la calotta…).
Mi sono stancato di ripetere una cosa che
sanno già tutti gli addetti ai lavori, cioè che dai 35" dipende gran parte della filosofia di gioco della
Pallanuoto.
Ma se
questa esigenza cominciano a sentirla anche i neofiti della pallanuoto
televisiva, bè, sarà meglio accontentarli al più presto!
Ancora sulle riprese televisive. Possibile
che non esista un accorgimento, un filtro che annulli quel fastidioso riflesso della luce sull’ acqua?
Nessuno si muove.
Basterebbe verificare le riprese effettuate
nelle varie piscine, e si scoprirebbe, per esempio, che al Foro Italico quel
fastidio è limitato, rispetto alla Scandone.
Nessuno è ancora andato a vedere come mai???
La qualità del prodotto va a farsi benedire,
e noi subiamo passivamente. Credete che ai Registi Rai importi qualcosa? Se
arrivano lamentele, sicuramente si.
Ma se non arrivano lamentele, perché
dovrebbero modificare, cercando di migliorarle, le loro riprese?
E’ compito loro o nostro richiedere un
prodotto migliore???
Propongo:
- Analizzare le riprese effettuate nelle varie piscine.
- Verificare sul posto le caratteristiche dell’ illuminazione, che determinano il diverso grado di qualità delle riprese
- Individuare gli standard adatti per rendere ottimale la ripresa televisiva
- Studiare un piano per rendere attuabili tali standard.
(Nota di Spreading: 8 anni dopo ci ritroviamo le stesse carenze televisive, in fatto di quantità e qualità)
Edoardo Osti, 7 febbraio 2005
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