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Completamente preso in agostane sessioni di nuoto e slalom (mi trovo al Circeo, e devo smarcarmi tra alghe e altre sostanze meno floreali, ma che ai fiori fanno solitamente bene), ho ricevuto un paio di tweet che mi allertano di un simpatico articolo uscito oggi sulla Stampa (http://www3.lastampa.it/sport/sezioni/nuoto/lstp/465822/)
Uscito dal mare e opportunamente (lungamente) docciato, mi accingo a leggere e per poco non vengo colto da malore.
"Altro che palombella. Incassato l'argento ai Giochi di Londra, ci aspettavamo, legittimamente, che la pallanuoto italiana tornasse a casa e monetizzasse la medaglia", leggo.
Certo, è la mia ripetutamente scritta aspirazione. Solo che per monetizzare una medaglia conquistata il 12 agosto dovrai aspettare, che so, 3 mesi?
Sembra di no, secondo la Stampa la devi monetizzare nella settimana di ferragosto, altrimenti non vale.
Vabbè. Proseguo la lettura:
"L'ennesima di una fortunata serie di successi (sì, abbiamo perso la finale olimpica con i croati, ma contro quelli non c'era proprio niente da fare)."
FORTUNATA SERIE DI SUCCESSI? Cioè, siamo campioni del Mondo e vice-campioni Olimpici per puro Culo???
Arivabbè, vado oltre.
"Piscine piene, club in gran lustro, file di ragazzini spinti dalle mamme ad emulare le gesta di Felugo, Tempesti & C. Bè, niente di tutto questo. La waterpolo tricolore, invece, rischia di affondare. Sotto i colpi della crisi economica, che tiene lontano gli sponsor e asciuga le casse degli enti locali, ma anche per gli effetti di un cocktail micidiale che secondo le voci più critiche del movimento mescola la mancanza di idee a un'arida gestione dello status quo da parte della Federazione italiana nuoto".
Torno al primo punto: se il 12 agosto hai vinto una medaglia, potrai mai aspettarti le piscine piene, le file di ragazzini ad iscriversi, i club in gran lustro il 15, il 16 o il 17 agosto? Dico, aspetta almeno un mese, capisco le tue intenzioni, caro giornalista, ma aspetta almeno settembre: ti metti davanti ad una piscina e poi vedi, e se non c'è la fila, se le piscine sono vuote, i club senza lustrini allora denunci.
Ma così ….
Si prosegue poi con una lettura abbastanza eccentrica sulla vicenda del Recco, per cui veniamo a sapere che Volpi, stanco della pallanuoto, si è lanciato sullo Spezia Calcio. Strano, io credevo che stesse già gestendo da anni questa squadra, portandola in B da serie minori. Invece, vedi cosa si impara a leggere i giornali sotto l'ombrellone!
Si parla anche del benefico effetto che si ha quando un singolo sovvenziona più' squadre differenti. Strano, credevo fosse proibito, almeno dall' etica sportiva!
Insomma, non mi torna.
Non mi torna un takle-scivolata alle gambe della pallanuoto.
Si perché quello che sembra uno sgarro alla FIN in realtà è un assist clamoroso alla istituzione natatoria che spero possa cambiare presto uomini e rotta: qualsiasi addetto ai lavori può infatti accorgersi facilmente del difetto di correttezza cronologica nella costruzione del ragionamento.
Peggio ancora, l'articolo, se letto dai non addetti ai lavori (per una volta tanto spero non tanti), mette l'intero panorama pallanuotistico (e non solo il suo mediocre Governo) in cattiva luce.
Per completare il mio dissenso segnalo un piccolo ma determinante dettaglio: impossibile inviare questa mia quale commento sulle pagine del quotidiano online, in quanto non c'è l'apposita sezione. In barba alla logica 2 o 3.0 del web.
Attendo commenti, visto che io, nel mio piccolo blog, li posso ospitare...
Edoardo Osti
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RispondiEliminavai a vedere in cosa e' specializzato!
lui si che può parlare
Quello che tu dici è anche quello che non hanno capito gli altri dopo l'intervista di Gallo.
RispondiEliminaMa allora Volpi ha portato più benefici o ha danneggiato ancora di più la pallanuoto. Personalmente credo nella seconda ipotesi.
Mario
Caro Mario, puoi essere più chiaro in merito all'intervista di Gallo?
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